Glen Keane è uno degli artisti che hanno maggiormente contribuito a quello che è definito il “Periodo Rinascimentale” della Disney, ridefinendone i canoni estetici nell’espressione grafica. Disegnatore d’animazione, character designer , illustratore e successivamente direttore artistico, ha animato personaggi popolari del mondo disneyano come la sirenetta Ariel, la Bestia, Pocahontas, Aladdin, Tarzan e Rapunzel. Terminata nel 2012 la sua esperienza con “Walt Disney Animation Studios”, durata trentotto anni, ha fondato la “Glen Keane Productions” e realizzato una serie di cortometraggi animati, sperimentando l’uso di nuove tecnologie e armonizzandole perfettamente con il medium dell’animazione tradizionale. Ha assunto nuovamente il ruolo di direttore artistico nella produzione del lungometraggio d’animazione “Over the Moon”, realizzato da “Pearl Studio” e rilasciato sulla piattaforma di Netflix. Keane ha ricevuto numerosi riconoscimenti: un Annie Award per il character design nel 1992, il Winsor McKay Award per il contributo nel campo dell’animazione (2007), il titolo di Disney Legend nel 2013 e un Premio Oscar per il Miglior Cortometraggio nel 2017, con l’opera “Dear Basketball”.
“Glen Keane Experience” è un progetto culturale dai molteplici obiettivi: il principale è quello di condividere con il pubblico una parte del processo di pre-produzione di un film o di un corto animato, mediante l’esposizione delle opere originali dell’artista; in secondo luogo, ma non di minore importanza, quello di creare una dimensione multidimensionale di esperienze interattive con le suddette opere. Tali esperienze traggono spunto in parte da elementi che appartengono al mondo della produzione d’animazione (come le maquettes dei personaggi, trasformate per l’occasione in oggetti da toccare) e in parte dal rapporto fortemente positivista di Keane nei confronti delle nuove tecnologie (esemplare è il caso di “Duet”, il corto interattivo, o le sessioni di disegno tramite VR). La multidimensionalità di esperienze, proposte dal progetto espositivo, rende le opere accessibili ad un pubblico più diversificato e risulta accessibile anche agli spettatori con determinate tipologie di disabilità. Si tratta di una scelta in linea con il preesistente progetto “Un Museo a portata di mano” sviluppato dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, luogo scelto per l’esposizione, e del centro di ricerca, sviluppo e fondazione Medaarch.